Stresa Festival sul lago Maggiore: anche quest’anno un vero trionfo del maestro Maurizio Pollini
Saranno i Suoi 77 anni ottimamente portati, sarà che i grandi pianisti non invecchiano come tutti noi, perché dalla loro parte hanno il grande antidoto della musica, sarà che il suo ultimo album (Deutsche Grammophone) è composto da brani di Chopin come i Notturni op.55, le Mazurke op.56, la Berceuse op.57, la Sonata op.58. o - semplicemente – sarà forse per la magica location della Chiesa Sant'Ambrogio a Stresa e la possibilità di ascoltare note soavi suonate dal vivo. O forse per tutto questo insieme. Il risultato è che il grande pianista milanese, il maestro Maurizio Pollini, in occasione dell’ultima edizione dello Stresa Festival, ha incantato tutti con le sue note di pianoforte. Il pubblico presente accorso per ascoltare e ammirare la leggerezza delle dita sui tasti è rimasto inebriato dalle melodie e dall’ambiente in cui erano immersi. Un grande artista sulle rive care alla famiglia Borromeo è la formula per il successo. Il nome del maestro non ha bisogno di troppe presentazioni: una carriera unica, apprezzata in tutto il mondo, sia dal pubblico che dalla critica. Il maestro, in effetti, è un protagonista del palco da oltre quarant’anni, si è esibito in tutti i maggiori centri musicali d’Europa, America e Giappone, e ha il fregio di aver suonato con i più celebri direttori d’orchestra.
Per ultimo, a giugno, il maestro Muti, che lo ha invitato al festival di Ravenna dove Pollini si è cimentato in due concerti mozartiani, il K449 e il K466. Si tratta – per chi ancora non avesse avuto la fortuna di conoscerlo – di un musicista considerato fra i più grandi pianisti del dopoguerra (è nato nel 1942), ammirato nel mondo, oltre che per il prodigioso virtuosismo, per la vastità del suo repertorio (che va dai classici del pianoforte a P. Boulez e L. Nono) e per l'originalità delle sue interpretazioni. E per noi, normali ascoltatori e amanti della musica, ascoltare Maurizio Pollini dal vivo si è rivelata un’esperienza unica.
Aggiungiamo poi che il maestro non tornava a suonare sul lago Maggiore dal 1970, circa cinquant’anni, e sempre a Stresa, dove ha deliziato il pubblico con un programma grandioso, che ha spaziato da Brahms a Beethoven con i Tre Intermezzi dell’op. 117 di Brahms, scritti in tarda età nel 1892, e le ultime due sonate per pianoforte di Beethoven n.31 op. 100 e n. 32 op. 111.
Per rinfrescare la memoria ricordiamo che il maestro Pollini è stato allievo di C. Lonati e C. Vidusso, da giovanissimo ha vinto il 2º premio al concorso internazionale di Ginevra e nel 1959 il 1º premio al concorso Pozzoli, mentre nel 1960 a Varsavia ha vinto il concorso Chopin. Considerato uno dei più significativi interpreti del Novecento, è stato presente in tutti i più importanti festival internazionali dove ha collaborato con direttori come H. von Karajan, K. Bohm, Riccardo Muti, Claudio Abbado e Z. Mehta. Nella Sua carriera ha anche tenuto corsi di perfezionamento presso l'Accademia Chigiana di Siena e nel 1982 come direttore d'orchestra e solista nella direzione di un'opera lirica a Pesaro con La donna del lago di Rossini. Impegnato nel diffondere il valore etico ed educativo della musica, negli anni il maestro ha organizzato numerosi cicli detti Progetto Pollini, esibendosi in una serie di concerti con cui ha toccato importanti capitali mondiali come New York, Tokyo, Vienna, Parigi e al teatro del’Opera di Roma, dove poi è tornato nel 2008 per inaugurare la stagione musicale dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Il Festival di Stresa non poteva aspettarsi di meglio e dopo il concerto del maestro, gli abitanti e i villeggianti terranno ben fermi nella mente il virtuosismo e la magia delle note del pianoforte del grande Maurizio Pollini e negli occhi lo splendido scenario di Stresa e del Lago Maggiore.