L’Eremo di Santa Caterina del Sasso, a Leggiuno, in provincia di Varese, è un luogo mistico che si affaccia e specchia in maniera idilliaca nelle acque del Lago Maggiore e a breve tornerà “abitato” da religiosi e, in particolare, dalla Comunità Francescana di Betania. Questa ha avviato i lavori necessari dopo che, a fine novembre, l’associazione laica degli Oblati di San Benedetto l’aveva lasciata definitivamente per fine convenzione, dopo averne preso possesso nel 1996 e segnandone in qualche modo anche la storia. Uno scenario unico e suggestivo, un vero angolo di paradiso incastonato tra i monti e le calme acque del lago.
Con il “ritorno alla vita” dell’eremo, oltre ai religiosi, anche i turisti torneranno a vivere questo luogo, grazie alla nuova convenzione che la Provincia di Varese andrà a stipulare anche per i termini degli orari di apertura al pubblico e per le visite, oltre a definire a chi andrà in gestione la parte commerciale dell’eremo formata dal negozio all’interno, Villa Maga, la foresteria e la bottega alle cascine del Quicchio.
Ma tra le tante potenzialità turistiche che gravitano attorno all’Eremo di Santa Caterina va sottolineato che è stata prorogata fino al 30 giugno la convenzione con la “Strada dei Sapori” per occuparsi del “Ristoro e della Locanda dell’Eremo”, mentre è stato avviato un dialogo con la Fondazione Merlini che attualmente occupa l’ex Villa Bassetti, per una convenzione di passaggio e per capire soluzioni future.
Tornando all’Eremo, non si può non ricordare la sua storia e la sua forma attuale. Oggi l'edificio si presenta con una struttura dettata dalla fusione di tre cappelle originariamente distinte e sorte in epoche differenti. Da ammirare i cicli pittorici presenti all'esterno e internamente alla chiesa, che coprono un lungo periodo che va dal XIV° al XIX° secolo. In questo eremo arte e storia si integrano splendidamente in un quadro unico e naturale, una vista suggestiva, una balconata che si affaccia e protende verso le acque del golfo borromeo e verso l’incantevole città di Stresa, oltre che affacciarsi sulle isole uniche al mondo per la loro bellezza. La storia e la tradizione ci raccontano che l'Eremo sia stato fondato dal mercante Alberto Besozzi (in seguito elevato a Beato), il quale - scampato ad un violento nubifragio durante una traversata del lago - rimase sconvolto dalla furia delle acque a tal punto che decise di ritirarsi a vita da eremita in quel tratto di costa. Il posto lo catturò e lo affascinò completamente, tanto che decise di edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d'Egitto, che ancora oggi è visitabile e visibile sul fondo della chiesa. Questa cappella fu presto affiancata dallo stesso Alberto da altre due chiese, quella dedicata a San Nicola e l’altra innalzata a Santa Maria Nova, la cui costruzione risale a partire dal XIV° secolo.
Nei secoli si sono poi succeduti vari ordini monastici e, in particolare su tutti, i frati Domenicani, che andarono stabilmente a vivere e santificare l'Eremo, mentre dal 1314 al 1645 si presero cura del santo Eremo i frati del convento milanese di Sant'Ambrogio ad Nemus. Per ultimi furono i frati Carmelitani a viverlo fino al 1770. Ma la storia di questo luogo non può prescindere dal vero e grande miracolo di inizio Settecento, quando cinque enormi massi della montagna sovrastante - e non proprio stabili - precipitarono sulla chiesa: ma ecco il miracolo, nella frana rimasero impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910. E proprio questi sassi "traballanti" potrebbero essere il motivo del nome dell’eremo, che effettivamente - per esteso - è “Santa Caterina del Sasso Ballaro”, anche se fonti accreditate portano invece l'etimologia del nome dell’eremo legata al vicino centro abitato di Ballarate.