Visitare il lago Maggiore non significa solo perdersi tra le stradine incantate di Stresa, Baveno o Intra, fantasticare alla vista dell’isola Bella o l’isola Madre, scoprire i giardini di villa Taranto o villa Pallavicino, o visitare le torri della rocca di Angera.
C’è anche molto altro, come una bella gita su un battello, alla scoperta di scorci inediti delle isole del lago Maggiore che solo la navigazione può regalare, accompagnata magari da una cenetta romantica, dondolati dalle acque del lago, o un tour guidato sulle sue sponde.
Ma durante una giornata di pioggia o nelle ore troppo calde della giornata, l’ideale è una bella visita culturale, in uno dei musei delle cittadine che si affacciano sul lago. Cerchiamo di capire cosa possiamo scoprire per imparare di più sulla storia e sulla cultura del posto.
Musei del Lago Maggiore: quali visitare? Ecco gli spunti per un tour culturale
Iniziamo un tour con una visita dedicata al nostro passato e alla nostra storia: ci rechiamo nella “Casa della Resistenza” a Verbania Fondotoce, un luogo della memoria, dove sorge una struttura di 16.000 mq. Qui, il 20 Giugno 1944, furono fucilati dai nazifascisti 43 partigiani, arrestati nei giorni precedenti durante le operazioni di rastrellamento in Val Grande. Una visita per ricordare e ringraziare chi è caduto e sacrificato per la liberazione dell’Italia, ma anche un’occasione per spiegare ai più piccoli gli ultimi decenni della nostra storia.
Rimanendo a Verbania, potremo visitare il Museo del Paesaggio, ricco di opere di artisti, come - ad esempio - Ambrogio Antonio Alciati, ritrattista di spessore e grande autore di quadri d’ispirazione romantica e familiare, o dell’artista locale, nato ad Intra, nel 1866, Paolo Troubetzkoy, grande pittore ritrattista e autore di spessore dal particolare impressionismo della pittura scapigliata, ovvero la compenetrazione tra il soggetto e l’atmosfera circostante. Altro artista locale - nato a Cannobio nel 1850 - è Giulio Branca, ben presente nel museo con le sue 22 opere di grande scultura romantica, che mostra un’attenzione veristica sfociata in uno stile simbolista a sfondo sociale.
Poco distante, a Ghiffa, troverete il museo dell’arte del Cappello. Questo particolare oggetto, conosciuto già in antichità presso tutti i popoli e sviluppato principalmente nell’800, secolo d’oro del cappello, è presente nella cultura e nell’arte grazie alla comparsa del feltro, protagonista incontrastato sulla scena dei copricapo da uomo, un tessuto non tessuto dalle molteplici caratteristiche. Uno spazio dove trovare le forme necessarie per la creazione di una vera opera d’arte.
Rimanendo in zona, a Baveno, diamo risalto alla funzione e alla bellezza del granito nel Museo Granum, dedicato appunto al granito rosa, molto presente in queste zone e importante per lo sviluppo della città e del territorio del Verbano, Cusio e Ossola. Con le sue varietà, le caratteristiche estrattive e di lavorazione, questo raro elemento mineralogico conosciuto da secoli rese questi luoghi molto importanti fin dall’antichità.
Ad Arona non perdetevi l’Archeo Museo, con ingresso gratuito, inaugurato nel 1997 all’interno dell'ottocentesco Mercato Coperto, nella centrale piazza San Graziano. Al suo interno, troveremo i rinvenimenti archeologici provenienti dalla città e dall'area del Basso Verbano, con testimonianze di età neolitica ed eneolitica, sino alle ceramiche e ai vetri di produzione post rinascimentale, rinvenuti durante gli scavi per l'ampliamento dell'ospedale cittadino.
Torniamo al percorso della memoria e della nostra storia con una visita al Centro Documentale frontiera Nord linea Cadorna, a Cassano Valcuvia, in provincia di Varese, sulla sponda Lombarda. Un luogo per ricordare la storia locale che ha segnato profondamente il territorio e i suoi abitanti, a seguito della Battaglia del San Martino e della Linea di Frontiera Nord, dove è forte la memoria dei giorni dello scontro cruento tra tedeschi e truppe partigiane. Il racconto è particolarmente coinvolgente grazie alla presenza di sale dotate di strumentazioni audiovisive, pannelli iconografici, punti interattivi e di documenti ed oggetti pertinenti alle varie tematiche trattate.
Rimanendo sulla sponda Lombarda - e sempre in provincia di Varese - in uno scenario unico, dove regna uno dei più bei panorami della Lombardia, segnaliamo il museo Baroffio e il Santuario del Sacro monte, uno scrigno d’arte dal sapore antico e moderno, dove alla collezione storico-artistica del Santuario si uniscono la raccolta di dipinti di Giuseppe Baroffio Dall’Aglio. Uno scenario particolare e mistico, dove le luminose sale novecentesche si alternano alle suggestive e antiche stanze che corrono nascoste sotto al Santuario, con resti di affreschi quattrocenteschi. E la famosa Madonna con il Bambino di Domenico e Lanfranco da Ligurno, ai quali spetta una posizione di rilievo nell’ambito della scultura medievale, la prima rappresentazione della Vergine in questo luogo di secolare devozione mariana.
Infine, non possiamo non citare nella Rocca di Angera il museo dedicato alle bambole, uno dei musei più importanti in Europa per questo settore fondato nel 1988, dove sono esposte oltre mille bambole realizzate dal XVIII secolo fino ad oggi, nei materiali più diversi tipici della tradizione antica: legno, cera, cartapesta, porcellana, biscuit, tessuti di vario tipo, oltre a giocattoli provenienti da culture extraeuropee, e alla collezione del Petit Musée du Costume di Tours, raccolta da Gisèle Pesché, che consiste in una straordinaria collezione di automi francesi e tedeschi del XIX secolo.