Misteri di Cannero: le acque del lago Maggiore nascondono segreti

Le acque del lago Maggiore nascondono segreti millenari

Hai presente quei tre isolotti rocciosi ricchi di fascino che -nel bel mezzo delle chiare acque del lago Maggiore - accolgono antiche e memorabili fortificazioni oggi abitate da maestosi uccelli acquatici? Queste creature oggi si rifugiano tra i resti e gli anfratti per nidificare e ripararsi nei giorni di burrasca e proprio queste mura - oltre alla naturale bellezza e imponenza - mantengono ancora oggi un’aura di mistero. Stiamo parlando dei Castelli di Cannero edificati e fortificati dai fratelli Mazzardi di Ronco e da loro abitati verso la fine del XIV° secolo. Questi castelli ancora oggi svettano imperiosi e misteriosi davanti alle sponde piemontesi del lago, nel comune di Cannobio, anche perché furono costruiti da mani sapienti tra il XII° e il XIII° secolo.
La storia, e perché no unita a una serie di leggende, ci dice che - sul finire del 1403 - i temerari e violenti fratelli Mazzardi presero possesso in maniera violenta del palazzo pretorio di Canobbio e successivamente invasero i territori di Cannero per costruire dei castelli sicuri e al riparo dalle guerre, che si scatenavano intorno a loro in quel periodo, specie tra Guelfi e Ghibellini.

Per questi fratelli violenti la vita fu tranquilla fino a quando, nel 1412, il duca di Milano Filippo Maria Visconti, stanco delle continue incursioni violente e distruttive da parte dei fratelli Mazzardi, inviò sulle sponde del lago Maggiore un mini esercito di 500 soldati, che - dopo una breve battaglia - si sbarazzò dei fratelli.
E qui iniziano le leggende, che si mischiano alle fonti dell’epoca. I fratelli Mazzardi furono uccisi e gettati nel lago con un sasso al collo affinché affondassero o furono esiliati? Questo è il primo mistero che si nasconde sotto le acque del lago Maggiore. Sono loro i fantasmi che si aggirano tra le mura ancora in piedi dei castelli? Ed è dei fratelli Mazzardi il veliero che – secondo i racconti, nelle giornate nebbiose e di poca luce, di quelle in cui i misteri si infittiscono - si aggira intorno alle rocce alla ricerca dei corpi? Ed esistono veramente i forzieri colmi di ori e pietre preziose di cui le leggende narrano?

Qui entrano in gioco i Borromeo, ai quali il duca Visconti cedette la proprietà dei castelli, ma che - per scaramanzia, eccessiva vicinanza alla riva e per incapacità a difenderne la proprietà - non ne presero possesso abbandonandoli a sé stessi, utilizzati di volta in volta da pescatori, come riparo per le barche e le reti, ma anche da contrabbandieri e persino da falsari.

Tornando alle leggende, risponderà a verità quella dei “piedi pietrificati“ che aleggia nelle memorie dei “vecchi” abitanti del lago e dei pescatori? Si racconta - nei discorsi ai bar - che i fratelli Mazzardi - impigriti e oramai assuefatti alla “monotonia” delle scorribande per saccheggiare i villaggi e le barche dei pescatori e commercianti che navigavano le acque del lago per i loro affari - decisero di alzare la “posta” del loro malaffare, depredando una maestosa e ricca villa. Ma, non contenti, decisero anche di rapire il nipote del proprietario della villa con lo scopo di aggregarlo al loro piccolo esercito di briganti razziatori. Qui nasce il cuore della leggenda: i due fratelli trovarono il ragazzo ai piedi del letto, intento nelle preghiere, e non appena uno dei fratelli Mazzardi gli si avvicinò, i suoi piedi si pietrificarono terrorizzando gli altri malfattori presenti, che fuggirono via di corsa.

Sei abbastanza incuriosito da correre a vedere i resti dei Castelli o la paura dei misteri che aleggiano intorno a queste mura hanno preso il sopravvento?

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