Itinerario tra i giardini botanici del Lago Maggiore

Il Lago Maggiore non è soltanto sinonimo di acqua limpida, sport acquatici, cicloturismo e trekking sulle sponde e verso il Mottarone, arte e cultura. Il microclima del Lago Maggiore vuol dire anche scoprire le meraviglie della botanica, giardini fioriti, angoli verdi, balconi che sembrano usciti da un quadro di Monet. E bisogna dire che tutti gli abitanti delle città che si affacciano sullo specchio d’acqua sono amanti – forse per DNA - del bello e dei colori. Per questo, si adoperano per rendere gradevoli e piacevoli gli spazi urbani pubblici e privati e migliorare continuamente il contesto abitativo, in modo da deliziare lo sguardo dei visitatori e -perché no - anche l’olfatto.
Così, visitando il Lago Maggiore e le sue città, vedrete cascate di gelsomini, rose profumate, rododendri, primule primaverili e viole.

E chi ama le bellezze floreali non può certo perdersi una visita ai Giardini Botanici di Villa Taranto a Verbania (aperti da Aprile a Ottobre) progettati e creati nel 1931 (e terminati nel 1940) dal Capitano scozzese Mc Eacharn, nominato Duca di Taranto da Napoleone. Il duca, innamorato di questo ambiente paradisiaco, acquistò dalla Marchesa di Sant’Elia un appezzamento di 16 ettari per ricostruire il classico giardino in stile inglese e sentirsi come nella natia terra scozzese, con una grande ricchezza di colori e varietà di piante e fiori, conciliando estetica e vegetazione.

Da quest’anno il giardino è stato inserito nei luoghi del FAI (Fondo Ambiente Italiano) come eccellenza Italiana e considerato tra i più belli del mondo. Anche se oramai la villa all’interno dei giardini non è più visitabile, in quanto sede della Prefettura, potrete perdervi nei giardini dove apprezzerete la vista di circa 1.000 piante non autoctone, 20.000 varietà e specie di particolare valenza botanica e 80.000 piante da fiore bulbose. Ma c’è di più, perché in questo splendido giardino c’è anche un tocco di mistero, con fiori sacri alla mitologia egizia, viali pieni di azalee, camelie, aceri e circa 300 diverse varietà di dalie, rari esemplari di conifere provenienti da tutto il mondo e anche una serra per le coltivazioni di piante tropicali e subtropicali.

Altra eccellenza da non perdere per chi visita le isole del Lago Maggiore sono i Giardini dei Domini Borromeo sull’Isola madre e sull’isola Bella dove perdere i sensi tra migliaia di bulbi all’interno di aree di impronta rinascimentale, ricche di azalee e rododendri in fiore, in particolare nel periodo primaverile e all’inizio estate. E già che ci siete vale la pena visitare anche la galleria dei Quadri, sull’isola Bella: qui non parliamo di fiori ma di arte. In questo luogo è possibile ammirare circa 130 dipinti realizzati dai seguaci di Leonardo, ma anche da Raffaello, Tiziano, Guido Reni e Correggio.

Rientrati sulla terraferma - volendo risvegliare di nuovo l’olfatto - recatevi a Stresa e prendete la funivia per il Mottarone, scendete alla fermata intermedia di Alpino ed immergetevi nel Parco della villa Pallavicino. Nato nel 1862 - grazie alla nobile famiglia di Marchesi che crearono un giardino all’inglese di circa 40.000mq secondo i canoni stilistici dell’epoca – il parco è caratterizzato da un viale che si estende su una lunghezza di 7 km (che si sviluppa ad un’altezza di 800mt sul livello del mare) dove poter incontrare scoiattoli, ma anche pavoni, zebre, canguri, lontre e pappagalli svolazzanti. Poi giratevi e godetevi il favoloso Lago Maggiore perdendovi nell’infinito del suo blu.

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