Non possiamo certamente affermare che le città prospiciente il lago Maggiore siano i luoghi ideali per fare una dieta ferrea; basti pensare ai numerosi salumi, ai formaggi e alle pietanze tipiche a base di pesce fritto. Insomma, se siete a dieta, aspettate un po’ prima di venire da queste parti, il rischio è di immergervi in forme di ottimo formaggio toma del Mottarone, vini di Angera, pesci di lago, come cavedani, lucci, persici, per finire con dolcissime e delicatissime margheritine di Stresa o con le Intresine del verbano. Oltre alle celebri e uniche mete turistiche, infatti, il Lago Maggiore offre anche una variegata e ricca gastronomia locale che vale la pena provare.
Ma partiamo dal pesce che il lago regala ai suoi pescatori, come - esempio il Luccio - che ha carni bianche e gustose, con pochissime lische, e che viene proposto, in varie maniere, dai numerosi ristoranti che si affacciano sulle rive: ai ferri, in cartoccio, fritto, in umido e al forno, dopo essere stato farcito con un ripieno di riso e prugne.
Passiamo poi al Coregone-Lavarello, un delicatissimo pesce che - da queste parti - si vuole sfilettato, passato nell’uovo battuto, infarinato e fritto nel burro con foglie di salvia. Seguendo un’altra antica e squisita ricetta del Lago Maggiore, questo pesce viene fritto e poi condito con un sugo di carne, preparato a parte con rosmarino e salvia. È importante ricordare che il Persico Reale non va confuso con il persico africano, che oramai si trova in tutte le pescherie Italiane ma non è propriamente pregiato come quello del lago Maggiore. Il pesce nostrano viene venduto in filetti dal colore bianco tendente al rosa, di dimensioni ridotte e sottili, a differenza del meno pregiato pesce africano i cui filetti sono molto più grandi, spessi e di colore rosa carico. Tradizionalmente, questo pesce si frigge nel burro, dopo una abbondante infarinatura, e si serve con un risotto bianco; in alternativa viene impanato, fritto nel burro e poi irrorato con limone e cosparso di prezzemolo tritato. Ottimo anche al cartoccio e al forno.
Ma passiamo ora ai formaggi tipici del Lago Maggiore, come – ad esempio - la toma del Mottarone, una bontà unica che viene fatta stagionare negli alpeggi per un periodo che va tra i 2 e i 3 mesi, in forme di circa 4 chili. È un formaggio considerato tra i migliori tra quelli d’alpeggio del Piemonte ed è realizzato con latte crudo intero vaccino proveniente dai pascoli della zona, dalla caratteristica pasta morbida occhiata, che - a stagionatura completata - assume un colore giallo paglierino e dal profumo intenso. Rimanendo tra i formaggi, ma cambiando la sponda del lago, ricordiamo, in territorio lombardo, la tipica formaggella del Luinese DOP, una eccellenza di questa area prealpina di breve stagionatura e a pasta molle, realizzata con solo latte di capra invecchiata per almeno 20 giorni a temperatura controllata o in cantine naturali. Si racconta che questo formaggio fosse regolarmente presente sulla tavola del Cardinale Federico Borromeo e questo rafforza il legame della famiglia Borromeo con il territorio.
Rimaniamo sul salato e passiamo ai salumi con la mortadella ossolana, che - a differenza di quanto possa suggerire il nome – non è ciò che equipariamo alla mortadella bolognese: stiamo parlando di un salume stagionato appena 30 giorni, con l’impasto tipico del salame, ma con l’aggiunta di una piccola percentuale di fegato di maiale e l’aromatizzazione del vin burle.
Saltiamo ancora e concediamoci un po’ di dolce con le margheritine, piccole bontà fragranti di pasta frolla fine, fatte con burro e uova, aromatizzate al limone, tipiche di Stresa, create nel 1854 in onore della Regina Margherita (sì, proprio la stessa persona che ha ispirato il nome della celebre pizza napoletana) dal pasticcere Piero Antonio Bolongaro. Si trovano in forni e pasticcerie tipiche della zona e sono caratterizzate da una forma tonda e liscia (e non a forma di petalo) del diametro di circa 5 centimetri, con un piccolo avallamento al centro, dove si raccoglie lo zucchero a velo che le ricopre. Se trascorrete qualche giorno da queste parti, oltre a fare scorta di salumi, vini formaggio, non dimenticate di passare a Verbania per assaggiare le delicatissime Intresine di Verbania, biscotti al burro cosparsi di mandorle e nocciole e, con l’occasione, fate una scorta anche del delicatissimo e profumatissimo Miele di Laveno, che viene prodotto in tre tipologie: millefiori, di castagno e di acacia.
Siete ancora a dieta?