L’altezza ideale da cui ammirare il lago Maggiore esiste: 411 metri circa sul livello del mare e poco più di 200 metri sopra la superficie del sottostante lago. Il panorama dalla cima è assicurato dalla speciale e superba vista, che spazia dal versante lombardo sulla maestosa Rocca di Angera e sulla sponda lombarda fino ad Arona.
Stiamo parlando della veduta dal colle di San Quirico, che rappresenta il vertice di un piccolo sistema collinare posto tra i Comuni di Ranco e Angera. Sono proprio questi i luoghi protagonisti dell’originale iniziativa del Comune di Angera: una escursione alla scoperta delle erbe aromatiche sul lago Maggiore programmata per il giorno 8 settembre. Un percorso botanico tra le colline e i vigneti, un itinerario sensoriale alla scoperta di note e profumi, colori e “rumori” della natura, alla scoperta delle specie naturali selvatiche, accompagnati da guide esperte e anche da un agronomo per scoprire, conoscere e identificare meglio la flora del colle. Ma questa è anche un’occasione per scoprire i segreti del Lago Maggiore, tra archeologia, botanica, medicina, magia, arte, cucina e devozione popolare. La manifestazione, la cui partecipazione è gratuita e previa prenotazione (entro il 6 settembre telefonare al numero 033.1931915 oppure e-mail: infopoint@comune.angera.it) porta il nome di “Erbe, sapori e pozioni sul colle San Quirico” e partirà dal Museo Archeologico di Angera, in via Marconi 2, alle ore 10:00 con una durata prevista di due ore e mezza circa e un percorso lungo circa 7 km.
Da Angera alla scoperta delle erbe aromatiche del Lago Maggiore
Da quel giorno, poi, via libera alle singole escursioni su un sentiero già tracciato dagli specialisti e indicato su una mappa, nel doppio formato cartaceo e digitale, in modo da potersi muovere autonomamente, ma nel rispetto di un percorso ben preciso, da seguire per “scovare” e riconoscere le erbe spontanee e le piante officinali che questo territorio e il colle ci offrono. Sulla mappa gli escursionisti potranno trovare la descrizione dettagliata e precisa di dodici erbe che la natura offre, ma anche le tante tradizioni locali che ancora oggi gli abitanti seguono, sempre nel rispetto della natura.
Ma quali sono le varietà di erbe naturali tipiche di questi luoghi? Sicuramente troveremo l’Achillea, che per le donne è un vero toccasana, utile per alleviare i dolori del ciclo e la sindrome premestruale, ma estremamente utile anche per prevenire l’osteoporosi. Da cercare con attenzione anche l’erba vetriolo (sebbene possa essere facilmente confusa con le ortiche) con cui oggi si producono numerosissimi medicinali e prodotti erboristici. Per la cucina, occhio aguzzo per scovare il Raperonzolo, un delicato fiore violetto ottimo per la preparazione di numerosi piatti e – naturalmente – tutti pronti a scovare tra le siepi la profumatissima Verbena, con le sue numerose proprietà aromatiche.
E una volta raccolte le erbe aromatiche più comuni e preziosi della zona, non si può tornare a casa senza aver fatto una passeggiata per ammirare la bellezza del Colle di San Quirico, con la Sua variopinta vegetazione arborea rappresentata in prevalenza da castagneti e betulle, querce e, in particolare sui versanti più ombrosi e prossimi alla cima, il pino silvestre. Ma la vera particolarità si trova sulla sua sommità, dove sorge una chiesetta risalente probabilmente al 1200 (anche se in base ad alcune fonti è probabile che le sue radici siano in realtà molto più antiche), dedicata al Santo Martire Quirico, ucciso durante le persecuzioni di Diocleziano all’età di 3 anni in Asia Minore, e alla madre, la Santa martire Giulitta. Sono davvero tante le leggende nate per spiegare l’origine di questa singolare chiesetta, ma tutte con un comune denominatore: la presenza di un eremita sulla sommità del colle, di cui parlano anche numerose altre leggende. Tra queste ce n’è una in particolare secondo cui la chiesa fu eretta durante le invasioni dei Longobardi, quando un monaco cristiano si rifugiò sul colle per scappare alle persecuzioni. Secondo il racconto, egli si scambiò con un altro monaco presente su un altro colle l’unica cazzuola e l’unico martello che possedevano grazie a dei poderosi lanci al disopra del lago, da un colle all’altro, fino a che riuscirono a completare la costruzione della chiesetta.
Leggenda a parte, abbiamo una certezza: le colline che circondano il lago Maggiore offrono una natura e delle specie vegetali che solo il microclima di questi luoghi può regalare.